Bangkok from the Chao Phraya River
Facciata della vecchia dogana di Bangkok
Facciata dell'edificio centrale della vecchia dogana di Bangkok.

Questa potrebbe essere un’altra piacevole sorpresa per chi ama la storia e ha voglia di spingersi un passo più in là nell’esplorazione di Bangkok. Per quanto non sia un posto totalmente sconosciuto (è situata infatti a poca distanza dall’ambasciata francese e dal celeberrimo Mandarin Oriental Hotel) la vecchia dogana è raramente sulla mappa delle cose da visitare a Bangkok. Le informazioni in effetti ci sono ma non abbondano e soprattutto bisogna un po’ andarsele a cercare scavando nella rete.

È un posto che sicuramente meriterebbe un po’ più di attenzione da parte delle autorità locali e dovrebbe, a mio parere, essere recuperato e valorizzato. Potrebbe ad esempio diventare una cosa sullo stile dell’Asiatique, o meglio ancora un luogo puramente culturale ospitando magari un museo, una galleria d’arte o un’università.

Le possibilità sarebbero tante. Quello che sicuramente questo insieme di edifici non merita è di versare nell’attuale stato di totale degrado!

Di cosa si tratta

La vecchia dogana comprende una serie di edifici situati sulla sponda orientale del fiume Chao Phraya a Bangkok all’altezza di Soi Charoen Krung 36. Il complesso è conosciuto dalla gente della zona come Sunlaka Sathan o Rong Phasi (dal nome in thailandese della tassa Rong Phasi Roi Chak Sam).

In tempi remoti questo era un passaggio obbligato per tutte le imbarcazioni straniere dirette nel Siam e qui venivano riscosse le tasse doganali.

 

 

Vista del cortile centrale della vecchia dogana di Bangkok
Vista del cortile centrale della vecchia dogana di Bangkok

La costruzione della vecchia dogana iniziò nel 1888 per ordine di Re Rama V a seguito del trattato di Bowring (stipulato tra Re Rama IV e Sir John Bowring, governatore britannico di Hong Kong) che più di trent’anni prima, nel 1855, aveva dato il via alla liberalizzazione del commercio estero.

Il progetto fu affidato ad uno dei tanti illustri italiani (perdonate la nota d’orgoglio) che hanno fatto apprezzare la nostra arte nel lontano Siam: l’architetto capodistriano Gioacchino Grassi.

Edificio centrale della vecchia dogana di Bangkok
Edificio centrale della vecchia dogana di Bangkok

Il complesso, realizzato in stile neo rinascimentale, fu completato un paio di anni dopo ed entrò immediatamente in funzione. Gli anni di maggior gloria degli edifici doganali, che davano bella mostra di sé alle imbarcazioni in transito, si conclusero però quando, una sessantina di anni dopo, la dogana fu trasferita poco più a sud nel nuovo porto di Khlong Toey e gli edifici vennero adibiti a stazione dei vigili del fuoco.

Correva l’anno 1949, lo stesso, tra l’altro, che vide il nome ufficiale del paese mutare da Siam a Thailandia (o meglio Phratet Thai, cioè terra degli uomini liberi).

Edifici della vecchia dogana di Bangkok in evidente stato di abbandono
Edifici della vecchia dogana di Bangkok in evidente stato di abbandono
Gli edifici sono collegati da ponti di legno ormai tutt'altro che solidi...
Gli edifici sono collegati da ponti di legno ormai tutt'altro che solidi...

Per quanto la stazione sia ancora oggi in funzione, gli edifici purtroppo non sono stati curati e oggi hanno un aspetto a dir poco fatiscente. Nonostante questo (o forse proprio per questo) continuano ad esercitare un certo fascino e ad essere una meta relativamente popolare tra i fotografi e addirittura utilizzata da novelli sposi per le foto di matrimonio.

Se avete tempo e voglia di fare una tappa al di fuori delle tipiche visite d’obbligo nella capitale thailandese, questo è un luogo che consiglio di visitare, specialmente se avete il pallino della storia e se vi piace l’idea di seguire le traccie degli architetti italiani che hanno lavorato qui in passato.

Dentro il labirinto!

Alla mia prima visita ero sprovvisto di macchina fotografica e mi sono quindi limitato a dare un’occhiata intorno. La seconda volta invece non mi sono lasciato cogliere impreparato. Anzi, dopo avere preparato tutto l’armamentario del caso sono andato là apposta per fare un po’ di foto.

Dopo gli scatti di routine all’esterno ho visto che c’era una coppia di sposi e un po’ di fotografi che andavano e venivano con aria impegnatissima e ho deciso di cogliere l’occasione e mischiarmi a loro.

Le porte dei caseggiati della vecchia dogana sono sempre aperte ma questo non è esattamente uno di quei posti che ti invitano ad entrare a curiosare. È un po’ tetro, buio, semi pericolante e a tratti lugubre ma la tentazione era troppo forte e non ho saputo resistere.

Qualcuno mi ha visto ma non ha avuto niente da obiettare, probabilmente avranno pensato che ero lì per gli sposi.

Esitante, mi sono spinto al piano di sopra per uno scricchiolante scalone centrale di legno che ha senz’altro visto tempi migliori ma che tuttavia conserva la sua eleganza e il suo fascino.

Qua mi si è aperto un mondo surreale e un po’ sinistro fatto di lunghi corridoi bui e impolverati, porte di legno sgangherate e derelitti pezzi di arredo. L’aria perlopiù stantia è tagliata a tratti da una folata di vento caldo e umido proveniente da uno dei tanti finestroni con le inferriate arrugginite che si trovano in corrispondenza di incroci con altri corridoi o delle scale e che danno verso l’esterno.

Particolare della facciata dell'edificio centrale della vecchia dogana di Bangkok
Particolare della facciata dell'edificio centrale della vecchia dogana di Bangkok
Scala centrale
Scala centrale
Uno dei mille corridoi interni
Uno dei mille corridoi interni

È un vero e proprio labirinto! Camminare lì dentro mi dava una sensazione di ansia e adrenalina ma quest’ultima aveva la meglio e mi spingeva a proseguire il percorso in uno dei complessi edilizi più strani che abbia mai visitato a Bangkok. La cosa più incredibile è che questi ambigui palazzi della vecchia dogana, pur nelle miserabili condizioni in cui versano, sono abitati.

Lettino misteriosamente abbandonato per le scale...
Una delle molte rampe di scale di legno all'interno degli edifici
Una delle molte rampe di scale di legno all'interno degli edifici

I corridoi in certi punti sono pieni di cose di ogni genere: giocattoli, appendiabiti con tanto di vestiti appesi, fornelletti per cucinare, biciclette, scatoloni, bottiglie di birra e chi più ne ha più ne metta.

Corridoio pieno di ogni genere di cose e con tanto di "angolo di cottura"
Corridoio pieno di ogni genere di cose e con tanto di "angolo di cottura"
Scarpe, giocattoli, vestiti, scatoloni... Ah, domenticavo le divise laggiù in fondo al corridoio!

Ai lati di questi corridoi ci sono porte a volte spudoratamente aperte, a volte chiuse che danno su quelli che una volta dovevano essere uffici e ora sono diventati delle sorte di monolocali ad uso, suppongo, dei pompieri e delle loro famiglie. Dalle porte spalancate si guarda in casa della gente!

Ecco cosa si vede dalle porte spalancate!
Ecco cosa si vede dalle porte spalancate!

Il tutto ha un’atmosfera in qualche modo irresistibilmente affascinante vuoi per il contesto edilizio, vuoi per un senso di stranissima quiete pur essendo nel centro di una megalopoli come Bangkok, vuoi per la vista sul fiume Chao Phraya.

Nonostante l’edificio sia oggi ufficialmente conosciuto come la caserma dei pompieri del quartiere Bangrak, non ha assolutamente l’aria di essere una caserma, perlomeno non come la immagino io e senz’altro non come quelle che ho visto in precedenza. Ci sono in effetti le autocisterne parcheggiate fuori e un qualcosa che sembrano essere degli uffici ma il resto degli edifici del complesso sembra cadere a pezzi ed ha piuttosto l’aria di un posto abbandonato.

Se non avessi visto le divise dei pompieri appese sugli appendiabiti lungo i corridoi avrei pensato che il posto fosse occupato dai senzatetto e i vigili del fuoco stessero in qualche altro edificio nei paraggi… Misteriosa Thailandia!

Vista sul fiume Chao Phraya
Vista sul fiume Chao Phraya
Le divise dei vigili del fuoco
Le divise dei vigili del fuoco

In conclusione

Se decidete di fare un salto a visitare la vecchia dogana la scelta di entrare all’interno o meno sta a voi ma sappiate che in teoria non si potrebbe (anche se le leggi da queste parti sono sempre piuttosto teoriche). E no, se vi trovassero da ridire non potete giustificarvi dicendo che l’avete letto in un post su bangkokedintorni.com!

Fatta questa doverosa precisazione, rimango dell’idea che un salto a fare qualche foto (perlomeno dalla corte centrale) vale senz’altro un quarto d’ora del vostro tempo qua a Bangkok.

Sappiate che non si può entrare!
Sappiate che non si può entrare!

Come raggiungere la vecchia dogana:

In autobus: 11636457593187

In traghetto: Scendere all’Oriental Pier – Wat Muang Khae Pier (vedi mappa)

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